Il diritto di sciopero è garantito dall’articolo 40 della Costituzione, e rappresenta una delle più importanti espressioni di libertà sindacale, riconosciuta sia ai lavoratori del settore privato che a quelli dell’ambito pubblico. Si tratta, tuttavia, di un diritto regolato in misura minima dalla legge, che ha regolamentato esclusivamente lo sciopero nei servizi pubblici essenziali; ad oggi, la giurisprudenza ha precisato solo che il diritto di sciopero va esercitato entro i limiti dettati dalla sua ragione storico-sociale e in modo da non ledere diritti fondamentali.
Tema discusso è se il diritto di sciopero possa essere esercitato individualmente o se debba necessariamente essere proclamato da un sindacato. Il caso oggetto della recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 24473 del 12/09/2024 riguarda alcuni dipendenti di Autostrade per l’Italia S.p.A. che si erano autonomamente astenuti dal lavoro nel corso di due giornate: i lavoratori avevano deciso autonomamente di bloccare alcune delle “piste” di transito, permettendo ai viaggiatori di passare senza pagare; tuttavia, non era stata fatta alcuna comunicazione sindacale che proclamasse l’inizio dello sciopero. I due dipendenti avevano dunque ricevuto sanzioni disciplinari.
La Cassazione, ribadendo i principi consolidati dalla giurisprudenza, afferma che lo sciopero è un diritto individuale, ma la sua attuazione è orientata alla tutela di interessi collettivi. Ciò significa che, ancorché per l’attuazione dello sciopero non sia necessaria una proclamazione formale né una preventiva comunicazione al datore di lavoro, affinché lo sciopero venga riconosciuto come tale è necessario che l’astensione del lavoro sia concordata collettivamente. In mancanza di tali elementi, l’azione viene considerata una decisione individuale e, pertanto, non tutelata dal diritto di sciopero. Diversamente, se lo sciopero fosse lasciato interamente all’iniziativa dei singoli lavoratori, il datore di lavoro non avrebbe la possibilità di prevenire eventuali rischi per la salute dei lavoratori o per la produttività aziendale.
Peraltro, in presenza di un’astensione dal lavoro a carattere individuale, il datore di lavoro può agire in giudizio per far accertare l’illegittimità della stessa.
La Corte di Cassazione conferma, dunque, l’illegittimità dello sciopero da parte dei dipendenti di Autostrade per l’Italia e le conseguenti sanzioni disciplinari.
Alla luce di questa sentenza, è importante che le aziende siano consapevoli dei limiti del diritto di sciopero e delle condizioni che rendono un’astensione legittima o meno. Di fronte a scioperi o astensioni dal lavoro, le imprese dovrebbero:
- Verificare la presenza di una proclamazione ufficiale da parte di un’organizzazione sindacale, o comunque, che lo sciopero sia stato concordato collettivamente;
- Accertarsi che l’astensione dal lavoro coinvolga effettivamente un interesse collettivo e non sia frutto di decisioni individuali;
- Assicurarsi di adottare misure disciplinari conformi alle normative vigenti per evitare contenziosi legali.
Questa decisione sottolinea l’importanza di una gestione attenta e conforme alle leggi nelle situazioni di conflitto sindacale, per minimizzare i rischi e garantire l’equilibrio tra diritti dei lavoratori e interessi aziendali.