Contratto part time per fatti concludenti: principi di diritto e applicazioni pratiche

Anche in presenza di un rapporto di lavoro subordinato full time, il datore di lavoro può provare sospensioni concordate delle prestazioni lavorative e delle correlative retribuzioni per facta concludentia. Questo significa che il comportamento concreto delle parti può dimostrare un accordo implicito riguardo alla modifica dell’orario di lavoro e della retribuzione.

Una volta raggiunta la prova di tali sospensioni, esse si traducono in clausole tacite che integrano il contratto individuale di lavoro full time. Questo implica che l’accordo, sebbene non formalizzato per iscritto, entra a far parte del contratto di lavoro e ne modifica i termini originali.

Una volta integrato il contratto con tali clausole tacite, eventuali modifiche successive delle sospensioni concordate richiedono un nuovo consenso del lavoratore. Quindi, il datore di lavoro non può disporre né imporre unilateralmente nuove modifiche.

Tali principi di diritto sono stati sviluppati da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 17419 del 25 giugno 2024, depositata il 25 giugno, che ha contemplato la possibilità di instaurare un contratto di lavoro part time per fatti concludenti, ovvero in assenza di un accordo scritto formale.

Nel caso specifico oggetto del contenzioso, i dipendenti non avevano mai lavorato a tempo pieno poiché l’attività dell’azienda si svolgeva solo alcuni giorni alla settimana. I giudici hanno escluso che si potesse parlare di “uso aziendale”, definito come una “reiterazione costante e generalizzata di un comportamento del datore di lavoro favorevole ai dipendenti”.

Gli odierni ricorrenti avevano sempre lavorato nei soli giorni di apertura del locale, che erano limitati. Nonostante la mancanza di contratti scritti che formalizzassero un rapporto di lavoro part time, le parti avevano di fatto operato secondo un accordo implicito di riduzione dell’orario di lavoro.

La Suprema Corte ha riconosciuto che la volontà concorde delle parti può essere dimostrata tramite fatti concludenti, ossia attraverso il comportamento delle parti nel corso del tempo, che evidenzia l’esistenza di un accordo tacito. Tuttavia, i giudici della Corte hanno respinto sia la domanda dei lavoratori di riconoscimento di un rapporto di lavoro full time sia la domanda riconvenzionale della società di formalizzare un rapporto di lavoro part time con giorni specifici.

Questa decisione sottolinea l’importanza di formalizzare per iscritto gli accordi riguardanti la modifica delle condizioni contrattuali, come l’orario di lavoro e la retribuzione. Tuttavia, riconosce anche che, in assenza di tali formalizzazioni, il comportamento costante delle parti può essere sufficiente a dimostrare l’esistenza di un accordo implicito.

Per i datori di lavoro, questa sentenza evidenzia la necessità di documentare chiaramente qualsiasi modifica degli accordi lavorativi per evitare future controversie. Per i lavoratori, rappresenta una tutela contro modifiche unilaterali delle condizioni di lavoro una volta che un accordo tacito è stato riconosciuto.

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