LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE CHE SI APPROPRIA DEL MATERIALE DI PROVENIENZA AZIENDALE

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 2402/2022, ha ritenuto che la condotta del dipendente volta a sottrarre al datore di lavoro materiale aziendale integri la fattispecie di appropriazione del c.d. know how tale da legittimare il licenziamento del lavoratore.

Nel caso di specie il dirigente di un’azienda – con funzione di responsabile degli acquisti – a seguito di due contestazioni disciplinari, è stato licenziato, tra gli altri motivi, anche per aver sottratto ed essersi appropriato del c.d. know how aziendale.

In primo grado, il Tribunale di Modena aveva accertato la legittimità della sanzione espulsiva irrogata, rigettando le altre domande avanzate.

La Corte di Appello di Bologna, nel confermare la sentenza di prime cure, aveva ritenuto trattarsi di un tentativo di sottrazione del materiale aziendale tale da far ritenere che avrebbe potuto avvalersene in un momento successivo.

Avverso tale pronuncia, il dipendente ha proposto ricorso per cassazione cui ha resistito con controricorso la società.

Questi i principi espressi dalla Suprema Corte di Cassazione con ordinanza n. 2402/2022.

La Suprema Corte, nel confermare la sentenza della Corte d’Appello, ha rigettato preliminarmente l’eccezione del lavoratore secondo cui il rinvenimento della documentazione aziendale nella sua auto avesse “per lo più valore storico” e che il contratto stipulato con il collaboratore esterno prevedesse, per lo svolgimento della sua attività, la possibilità di consultazione e asportazione fuori dei locali aziendali, trattandosi di una autonoma valutazione dei fatti, avuto soprattutto riguardo alla rilevanza dei documenti sottratti, tesa a sollecitare un diverso apprezzamento degli stessi nella loro oggettività precluso in sede di legittimità.

Secondo la Corte, ciò che effettivamente rileva in ordine alla gravità della condotta è la provenienza aziendale della documentazione e non il concreto utilizzo del materiale sottratto, precisando che l’impossessamento di documentazione inerente al processo produttivo dell’azienda integra la fattispecie della sottrazione del know how aziendale.

Sulla base di tali ragioni, la Suprema Corte ha disposto il rigetto del ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

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